La
Matematica è presente nella vita di tutti i giorni, ed i problemi di massimo e
di minimo ne sono il miglior esempio: probabilmente ognuno di noi ha ascoltato
questa frase nel corso della propria carriera scolastica, ma sono ben pochi
quelli che ci hanno creduto veramente. Questo laboratorio è dedicato ai più
scettici, quelli che non amano i dogmi ma vogliono capire toccando con mano… i
matematici insomma, visto che la parola greca “mathematikos” altro non
significa se non “desideroso di apprendere”.
L’idea di
partenza del laboratorio è quella di misurarsi con domande dall’apparenza
innocua, quali:
A dispetto
delle apparenze, tuttavia, c’è ben poco di innocuo in queste domande. Da una
parte, è difficile immaginare che la risposta possa essere contenuta in un
unico numero, ed infatti buona parte del lavoro sarà proprio convincersene
individuando un buon candidato.
D’altra
parte, tale numero non potrà che dipendere, spesso in modo non ovvio, dai
parametri che definiscono il problema: la posizione relativa dei paesi, la
forma delle scatolette e quant’altro. Stabilire quali sono i parametri che
rendono il numero minimo (o massimo, a seconda dei casi) è ciò che in
Matematica viene comunemente detto ottimizzare e dà il nome al laboratorio.
La
principale prerogativa del laboratorio, rispetto ad una normale lezione di
matematica, è proprio il modo in cui questi due passi, la scelta del numero e
la sua ottimizzazione, vengono affrontati nel concreto. Il laboratorio ha
infatti a disposizione un’ampia scelta di strumenti, atti a esemplificare i
problemi in esame ed a completa disposizione dei partecipanti. Durante il
laboratorio, i partecipanti vengono caldamente inviatati a manipolare tali
strumenti, osservando e misurando a proprio piacere e con lo scopo di
comprendere il problema in tutte le sue sfaccettature. Vi sono schede che in
qualche modo guidano il lavoro da fare, ma il punto chiave è che non vi sono
regole preconcette da seguire o conoscenze pregresse da ricordare per poter
procedere nell’esperimento: ciascuno avrà l’onore e l’onere di seguire la
propria intuizione alla ricerca della risposta al problema. Soprattutto, non vi
sono scelte giuste o scelte sbagliate a priori: ciascuno è chiamato, strumenti
alla mano, a verificare o falsificare sul campo le proprie intuizioni.
Il terzo ed
ultimo passo del laboratorio è la formalizzazione dei risultati ottenuti
sperimentalmente, tramite i metodi propri della matematica: la famigerata e tanto
temuta dimostrazione. Sebbene riuscire ad ottenerla non sia il fine ultimo del
laboratorio, la richiesta che viene fatta è quella di provarci: anche perché
non si tratta di un qualche teorema astruso trovato su un libro, ma di qualcosa
che si è appena toccato con mano e per questo assai meno temibile!