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Responsabile del laboratorio: Emma Frigerio e-mail: emma.frigerio@unimi.it Classi a cui è destinato: classi che stanno studiando le coniche o che ne hanno concluso lo studio (III o IV anno della scuola secondaria superiore) Numero massimo di allievi partecipanti: gruppo classe. Modalità di svolgimento: lavoro a gruppi nel laboratorio informatico della scuola e in classe. |
Presentazione
La definizione originaria delle coniche come sezioni di un cono è oggi
sostanzialmente trascurata, in favore di quella di luoghi dei punti del piano soddisfacenti determinate proprietà, ma nei testi spesso anche questa definizione viene usata quasi solo per ricavare le equazioni
canoniche delle coniche. Invece, approfondendo lo studio sintetico con l'aiuto di un software di geometria dinamica, si possono risolvere geometricamente
questioni riguardanti le tangenti a una conica e mettere in luce importanti
analogie tra i vari tipi di coniche. Ancora, tramite la costruzione di modelli 3D, si può far riscoprire ai ragazzi la dimostrazione
dell'equivalenza delle due definizioni proposta nel 1822 dal matematico belga Dandelin nei tre casi delle coniche non
degeneri.
Breve descrizione dell’attività (si veda descrizione
Laboratori chiavi in mano): il laboratorio consta di due parti, la prima
centrata sulla definizione delle coniche come luoghi di punti nel piano, la
seconda sulla interpretazione delle coniche come sezioni di un cono.
1. Mediante l’aiuto di un programma
di geometria dinamica (e.g. il software libero GeoGebra), gli studenti
indagano le coniche da un punto di vista sintetico, cioè prescindendo dalle
loro equazioni nel piano cartesiano, e risolvono questioni sulle tangenti che
mettono in evidenza profonde analogie tra i vari tipi di coniche. Come attività
di rinforzo per quelle al computer, si “piegano” gli inviluppi delle coniche;
infine, con l’intero gruppo classe si mette in evidenza il percorso fatto.
2. La definizione originaria delle coniche come le curve che si ottengono
tagliando un cono con un piano non passante per il suo vertice è oggi
sostanzialmente trascurata, in favore di quella di luoghi dei punti del piano.
Tramite la costruzione di modelli 3D, i ragazzi riscoprono la dimostrazione del
matematico belga Dandelin che connette i due punti di vista. Dapprima riflettono
sulle nozioni di geometria solida necessarie per il seguito, poi, con materiale
povero (sfere in polistirolo e in PVC,
cannucce, spiedini o spaghetti…), costruiscono il modello di Dandelin nel caso dell’ellisse (un cono con un piano secante lungo una curva
chiusa e le sfere tangenti al cono e al piano) e
ripercorrono la sua dimostrazione. Con l’aiuto di un disegno, la modificano al
caso dell’iperbole; infine costruiscono un modello per il caso della parabola,
da usare come supporto alla dimostrazione.