Piano
nazionale Lauree Scientifiche - Triennio "2005-2008"
Unità operativa di Milano Città Studi
Laboratori di Orientamento

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Responsabile del laboratorio: Maria
Dedò
Classi partecipanti:
triennio della
scuola secondaria superiore
Laboratorio attivo nel
2006/07 e, con il nome di "Introduzione alla quarta dimensione", dal
2008 al 2012.
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Presentazione
Le motivazioni per proporre un laboratorio sulla quarta dimensione sono
di
diverso ordine: da un lato si tratta di un argomento di forte impatto,
che
suscita curiosità e interesse, dall’altro ben si presta a stimolare
facoltà
come l’immaginazione e la fantasia, che vengono normalmente ritenute
assai
lontane dal normale “fare matematica”, mentre sono in realtà
strettamente connesse alla capacità di astrazione (e dunque alla
matematica che
dell’astrazione è maestra); e il cui affinamento può quindi risultare
prezioso
per gli studi matematici (e non solo matematici).
Lo scopo del laboratorio è quello di
dare un’idea di come è fatto uno dei
più semplici oggetti quadridimensionali, ovvero un ipercubo; questo
darà anche
l’occasione per vedere all’opera uno strumento che – se usato
saggiamente – può
essere estremamente potente in matematica (e non solo), ovvero
l’analogia.
Organizzazione
del laboratorio e materiali
Prima
fase
Dopo un incontro organizzativo con
gli
insegnanti, gli studenti hanno partecipato a un incontro con conferenza
frontale presso il Dipartimento di Matematica "F. Enriques". Nella
conferenza si è
data un’idea, naturalmente a
livello euristico e immaginifico, di
cosa sia la quarta dimensione e in particolare di cosa sono gli
analoghi dei
poliedri regolari in quattro dimensioni. Per un’idea si può dare
un’occhiata ad
esempio al seguente percorso: Verso
la quarta dimensione.
Seconda
fase
Lavoro autonomo delle classi
partecipanti su una lista di problemi distribuita alla fine del primo
incontro. I problemi riguardavano il cubo (in
TRE dimensioni): alcuni facili, altri più difficili, tutti elementari
(nel senso di non richiedere strumenti sofisticati per la loro
risoluzione). Lo scopo di questo lavoro non è stato tanto la specifica risoluzione
dei singoli problemi, quanto il fatto di abituare i ragazzi all’uso
delle
diverse possibili rappresentazioni bidimensionali di un cubo, e a
“passare” con
scioltezza dall’oggetto tridimensionale cubo alle sue rappresentazioni
bidimensionali: per alcuni di questi problemi si è ragionato su uno sviluppo
di un cubo sul piano;
per altri su un disegno
di un cubo per proiezione;
per altri ancora su un diagramma
di Schlegel (grafo che rappresenti il cubo come
reticolato di vertici e spigoli). Le
modalità di questo lavoro sono state concordate con gli insegnanti
partecipanti:
in linea di massima le classi hanno lavorato in autonomia, ma era
prevista una assistenza online per risolvere i
problemi emersi nella discussione.
Terza
fase
Uno o due incontri, di tipo
laboratoriale, tenuti in via Saldini,
in primavera. A questi
incontri è
stato
richiesto un numero massimo di 25 partecipanti (richiesta invece NON
fatta per la conferenza nella prima fase). In questi
incontri sono stati discussi i problemi affrontati dai ragazzi nel
lavoro
autonomo della fase precedente. Inoltre, essi hanno trovato a
disposizione del
materiale, e in particolare degli oggetti che rappresentano dei modelli
di
diverse possibili rappresentazioni tridimensionali di un ipercubo, del
tutto
analoghe alle rappresentazioni bidimensionali del cubo che conoscevano
e che si erano abituati a maneggiare con i problemi trattati. Quindi diversi possibili sviluppi
di un ipercubo e altri
sviluppi, proiezioni,
diagrammi
e altri
diagrammi.
Il lavoro di laboratorio ha puntato a far riconoscere ai ragazzi in
tutti
questi modelli la medesima struttura e a far riconoscere che si tratta
dell’analogo di quello che hanno visto e utilizzato nel caso del cubo.
L’incontro si è chiuso mostrando
alcune immagini
virtuali e animazioni interattive
molto suggestive.
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